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Sono un campione e sono omosessuale

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Postato: Saturday December 19th @ 10:28PM CET
Repubblica.it scrive:
Gareth Thomas, stella della nazionale del Galles, fa outing. "Sono gay. Non avrei potuto dirlo prima senza essermi affermato come giocatore e senza essermi guadagnato il rispetto sul campo. A un certo punto ho pensato al suicidio" "Sono un campione e sono omosessuale" Gareth Thomas

LONDRA - Gareth Thomas, leggenda del rugby britannico, fa outing. In un mondo come quello dello sport pieno di tabù e di negazionismo nei confronti degli atleti omosessuali, l'ex capitano del Galles, entrato nella storia della palla ovale dei 'Dragoni' per essere stato il primo giocatore a tagliare il traguardo delle 100 caps, in un'intervista al 'Daily Mail' si confessa.
"Il rugby è lo sport più duro. Io sono un giocatore di rugby. E sono gay. Non voglio essere identificato come un giocatore omosessuale.
Prima di tutto sono un giocatore di rugby. Sono un uomo".

SONO GAY - "Il rugby è lo sport più duro, è il più 'machò tra quelli maschili. Questo regala un'immagine ai giocatori - confessa Thomas -. Il rugby per molti versi è barbarico. Non avrei potuto fare outing senza prima essermi affermato come giocatore e senza essermi guadagnato il rispetto sul campo - continua l'ex ala gallese, che ritiene di aver scelto "il momento giusto" per uscire allo scoperto -. Il rugby era la mia passione, la mia intera vita e non ero pronto a rischiare di perdere tutto ciò che ho amato.
Capita di essere gay: quello che faccio quando chiudo la porta di casa mia non ha nulla a che fare con ciò che ho conquistato in campo".

PRIME CONFESSIONI - "E' diffcile essere l'unico giocatore di livello internazionale pronto a rompere il tabù - confessa -. Guardando i numeri, non posso essere l'unico. Ma non ho notizia di altri omosessuali ancora in attività. Sarei felicissimo se, nell'arco di 10 anni, questo non fosse più un argomento da affrontare nello sport.
Sarei felice se la gente dicesse: 'E allora?' - aggiunge Thomas che proprio in Nazionale ha fatto il primo outing parziale. 'Meritò del tecnico Scott Johnson. "In qualche modo - racconta il giocatore - se ne era accorto. Mi ha portato in infermeria, ha chiuso la porta e io gli ho detto tutto. Dopo aver tenuto tutto segreto per tanto tempo, mi sono sentito sollevato".
Johnson ha suggerito di rivelare la notizia ai compagni più fidati. "L'ho detto a Stephen Jones e a Martyn Williams. Ricordo che, mentre li aspettavo in un locale, ero terrorizzato e mi chiedevo cosa mi avrebbero detto. Poi sono arrivati, mi hanno dato una pacca sulla spalla e mi hanno detto: 'Non ci importa. Perché non ce l'hai detto prima?'".

PENSAVO AL SUICIDIO - Thomas ha dovuto fare i conti con problemi ben più gravi a casa. Il matrimonio con la sua ex moglie, Jemma, è ovviamente naufragato. "Mi sentivo solo e depresso. La mia vita stava andando in pezzi. Io e Jemma ci stavamo separando, avevo paura del futuro e di essere un gay single. Andavo a vedere la spiaggia dalle scogliere vicino al nostro cottage. Pensavo solo a saltare e a farla finita".

LEGGENDA - Thomas, 35 anni, soprannominato dai suoi tifosi "The Ayatollah", è entrato nella storia del rugby della propria nazione il 26 maggio del 2007 quando con le sue 93 presenze in nazionale ha superato l'idolo di casa, Gareth Llewellyn.
Durante la Coppa del Mondo del 2007 ha poi raggiunto quota 100 con i 'Dragoni'. Ha giocato 3 anni in Francia con il Tolosa e nel 2007 è rientrato in patria.

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