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Una gita da mediano
di Matteo Mazzantini

Festa al pub, sorrisi e aliti freschi

Canberra, 16 ottobre 2003

Il 36-12 contro Tonga l'abbiamo festeggiato ieri sera nel pub di un italiano, invitati da lui.
In altri tempi avremmo potuto mandarlo sul lastrico, prosciugandogli l'intera collezione di birre alla spina: titolari, riserve e anche quelli in tribuna. Invece non abbiamo fatto niente di eccezionale. La birra sì, era eccezionale: quella australiana si chiama Four X, è scritto XXXX, noi le chiamiamo bionda e chiara, come se fosse una bella ragazza, invece loro la chiamano lager, che da noi suona proprio male.
Poi a letto presto, occhi chiusi, proiezione personale del film della partita, ciascuno dal suo punto di vista, il mio sapete già qual era.
Stamattina, più che Casa Italia, sembrava il Club Med.
Sveglia con comodo, colazione pronta, piscina, certi sorrisi che sembravano la pubblicità dei dentifrici, aliti freschi al pino silvestre. Mai visto uno spirito così in Nazionale. Forse solo contro la Scozia, prima partita del Sei Nazioni, nel 2000.
Entrai gli ultimi 10 minuti: fu il mio esordio in azzurro. C'era quello spirito lì, e quei sorrisi lì, non per la mia prima partita, ma per la nostra prima vittoria.
Poi, per chi ha giocato contro Tonga, c'è stato il solito triste quarto d'ora di immersione nella calotta polare; per gli altri sauna e idromassaggio; per tutti, un cielo da cartolina. E a pranzo, per allenare anche il fegato, hot dog, ketchup e mostarda.
Il pomeriggio alle 4 allenamento: per chi ha giocato contro Tonga, cyclette; per gli altri, un culo emorme simulando una partita, magari senza scontrarsi con dei tram chiamati Checchinato o Phillips.
Denis Dallan ha spiegato a quelli di Sport Sky come ha fatto a rubare il pallone nella maul e volare in meta.
Facile: entri, aiuti, spingi, l'importante è che il possessore del pallone rimanga in piedi, poi nella confusione chi ha il pallone gioca d'astuzia.
La verità è un'altra: il pallone vero ce l'aveva Lo Cicero, l'ha nascosto sotto la maglia, tanto non si notava la differenza, poi è vero che nella confusione chi ha il pallone - un secondo pallone - gioca d'astuzia, e quello lì era Denis.
Quanto a Lo Cicero, è un falso grasso. Sembra ciccione, ma è tutto muscoli.
Così come Denis è un falso pelato e Festuccia un falso brutto.
Stamattina a Lo Cicero è arrivato un messaggio sul telefonino. Diceva: "Ti rendi conto che hai ucciso un uomo?". E lui, ridendo soddisfatto, ammetteva: "Sono proprio forte".

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